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Dialogo interreligioso e OpenArtCode a Firenze

20 Aprile 2018 by federicabertolli Leave a Comment

Statua con madre e bambino in braccio, realizzati in una gomma rossa, bianca e blu fusa insieme.
Close, di Agneta Gynning. 2013. Gomma 162x35x15 cm.

Please scroll down for English version

Ieri è stata una giornata ricca di sorprese! Sono andata a Firenze per un corso di aggiornamento per giornalisti sul dialogo interreligioso, che si teneva nella sale sotto alla Basilica di San Lorenzo.

La prima sorpresa è stata trovare nel Salone di Donatello, che ho attraversato per arrivare al corso, la mostra OpenArtCode appena inaugurata.

Un’esplosione di colori e di emozioni, plasticità moderna e tratti raffinati, tridimensionalità, intrecci geometrici, delicati fiori e gioiosi uccelli.

La seconda sorpresa un tavolo di relatori quasi indistinguibili: tre normali signori in giacca che conversavano amichevolmente. L’Imam non era vestito con la tunicona, il Rabbino non aveva la lunga barba, il Vicario solo il collarino bianco.

Per l’Imam di Firenze Izzedin Elzir, presidente dell’Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia) aprire un dialogo interreligioso vuol dire rispettare sé stesso e conoscere l’altro.

“Quando sono arrivato a Firenze, ventisette anni fa, avevamo tutti paura, eravamo pieni di pregiudizi gli uni contro gli altri. Nel 1993, in seguito all’attentato terroristico mafioso agli Uffizi, il sindaco invitò le diverse comunità per una preghiera interreligiosa. Iniziammo così a dialogare tra musulmani, ebrei e cattolici: come cittadini italiani fiorentini. Il dialogo toglie tanti pregiudizi e paure, aprendo uno spazio di collaborazione.”

Amedeo Spagnoletto, il Rabbino di Firenze eletto lo scorso ottobre, apre con queste parole il suo discorso: “Bisogna che la città prenda atto che noi si parla, e si parla tanto”. A Firenze questo trio (Imam, Rabbino e Vicario) si vede spesso, la città e le comunità religiose sono abituate a incontrarsi e vivere momenti comuni.

Rivolto ai giornalisti il Rabbino ha ricordato che la verità deve essere detta senza sottrazioni e senza aggiunte: “alcuni maestri ebraici associano il giornalismo al dovere di testimoniare. Vi invito a farvi sempre la domanda se quello che scrivete aggiunge, toglie o è una falsità.”

Di fake news ha parlato anche Mons. Andrea Bellandi, Vicario generale dell’Arcidiocesi di Firenze, citando il messaggio di Papa Francesco per la giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Il Vicario ha parlato anche della missione del giornalista e della centralità delle persone che stanno dietro alle notizie. “Informare è formare, è avere a che fare con la vita delle persone.”

Interessante anche il concetto di infoetica, ovvero l’etica dell’informazione. “Necessaria – secondo Papa Benedetto XVI – in questo ambito, un’info-etica così come esiste la bio-etica nel campo della medicina e della ricerca scientifica legata alla vita.”*

Alla fine del corso mi alzo (infreddolita dalle temperature decisamente più fresche rispetto al caldo e desiderato sole che illumina la piazza) con il desiderio di andare a visitare la Sinagoga di Firenze.

La Moschea Blu di Istanbul è uno dei luoghi che mi ha affascinato di più. Mi ricordo di essere andata alla Sinagoga di Vienna tanti anni fa senza riuscire ad entrare. Ora è arrivato il momento!

Trond Are Berge-Under
Alex Braverman-Chicago-jewelers
Agneta Gynning-The winner
Carole St-Germain-Choregraphie
Lore Eckelberry-Mel Blue
Zarita Abello-Flores de paz
Alia Fernandez-Enchanted garden
Alia Fernandez-Enchanted-garden

*dal messaggio di Benedetto XVI per la 42esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali.

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English version

Inter-religious dialogue and OpenArtCode in Florence 

Yesterday was a day full of surprises! I was in Florence, at the Basilica di San Lorenzo, in occasion of a refresher course for journalists on inter-religious dialogue.

The first surprise was the OpenArtCode exhibition at Salone di Donatello: it has been just inaugurated!

An explosion of colours and emotions: sculptural quality and refined lines, three-dimensionality, geometric interweaving, fragile flowers and joyful birds.

The second surprise was to find three indistinguishable speakers: they were all wearing suits and ties and they were having a very friendly conversation. The Imam was not wearing the long tunic, the Rabbi had not a long hairy beard and the Vicar just the white collar.

Izzedin Elzir has been the Imam of Florence and President of the Union of the Islamic Communities in Italy (UCOII) since 1991. In his opinion the inter-religious dialogue means respect yourself and know the other.

“When I first arrived in Florence – twenty-seven years ago – we were all afraid of each other, full of prejudices. In 1993, after the mafia terrorist attack in the Uffizi, the mayor invited the leaders of the different communities for an inter-religious prayer. Thus we began to dialogue between Muslims, Jews and Catholics: as Italian Florentine citizens. Dialogue wipes out prejudice and fear, opening a way to collaborate.”

 Amedeo Spagnoletto was elected the Rabbi of Florence last October. He opens his speech with these words: “The city must note that we speak, and a lot!”. Florence citizens are in fact used to meet this trio (Imam, Rabbi and Vicario) in many public events, and their religious communities often celebrate together meetings and events along the year.

Finally, the Rabbi reminded the attending journalists that the truth must be told without less nor plus: “Some Jewish masters connect journalism to the duty of testify. I encourage you always to ask yourself before writing, if you are stealing or adding something.”

Mons. Andrea Bellandi, is the General Vicar of the Archdiocese of Florence. He spoke about fake news, quoting the message of Pope Francis for Pope Francesco for World Communication Day.  The Vicar main topic was the journalist mission and the centrality of the human person behind the news. “Information deals with the building and the influencing of people lives”.

Interesting and very stimulating also the idea of info-ethics, the ethics of information: “For this reason it is essential that social communications should assiduously defend the person and fully respect human dignity. Many people now think there is a need, in this sphere, for “info-ethics”, just as we have bioethics in the field of medicine and in scientific research linked to life.”*

At the end of the meeting I am almost chilly (down in the basement of the Basilica the temperature is many degrees lower than in the sunny courtyard). I stand up from my chair wishing to visit the Synagogue of Florence.

The Blue Mosque in Istanbul is definitely one of the places that fascinated me most. I remember when I tried to visit the Synagogue of Vienna many years ago, without being able to enter. Now is the time!

*from the message of the Holy Father Benedict XVI for the 42nd World Communications Day.

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Filed Under: Arte, Educazione, Firenze, Mostre, Politica, Storia, Toscana, Uncategorized, Viaggi Tagged With: Amedeo Spagnoletto, Arcidiocesi, art, Arte, Basilica San Lorenzo, Blue Mosque, dialogo, ebrei, fake news, Firenze, Imam, Imam di Firenze Izzedin Elzir, infoetica, inter-religious dialogue, interreligioso, Islam, journalism, Mons. Andrea Bellandi, musulmani, OpenArtCode, Papa Francesco, Rabbi, Rabbino, religione, Sinagoga, synagogue

Crimini contro le donne

9 Aprile 2018 by federicabertolli Leave a Comment

Piccole orchidee viola in un campo
Orchidea selvatica: la difficoltà di mettere a fuoco vicino agli occhi, lontano dal cuore 

Venerdì scorso 6 aprile sono stata al convegno “Riflessioni sul sistema giudiziario per il contrasto alla violenza sulle donne e sui minori“, organizzato dall’Associazione Luna.

La violenza sulle donne e i minori è un tema che mi tocca nel profondo, per il quale ho sofferto la mia inutilità. Ora che ho questo strumento e posso scrivere sul blog di un tema tanto delicato e fastidioso per molti, la mia sofferenza finalmente ha un’utilità.

Condivido di seguito i punti che mi hanno colpito di più e le novità interessanti per tutti, vittime, violenti, vicini, parrucchieri o farmacisti: persone normali della nostra società.

“Mamma mia, che orrore” è quello che pensiamo quando sentiamo o leggiamo notizie di femminicidio o maltrattamenti, come se la cosa non ci riguardasse né da vicino, né da lontano. Come se queste cose succedessero su un altro pianeta.

Invece le donne e i minori vengono maltrattati e purtroppo uccisi sotto i nostri occhi.

In quest’ottica la Dott.ssa Banti, responsabile del Codice Rosa* al Pronto Soccorso di Lucca e Garfagnana, ha parlato di sentinelle nella società: pediatri, ma anche parrucchieri, farmacisti, estetiste, chiunque noti qualcosa di strano nella persona che conosce e frequenta periodicamente. Per fare questo c’è bisogno di formare le persone per conoscere e riconoscere la violenza.

“Il nostro lavoro è quello di scavare per tirare fuori il sommerso, quello che non si vede, che non viene detto”.

Il Capo della Procura di Lucca, il Dott. Pietro Suchan, ha parlato di braccialetto elettronico per proteggere le vittime di violenza familiare, ma anche di allontanamento del soggetto violento dalla casa familiare. Giusto, giustissimo, ma allora perché se la legge che lo stabilisce è del 2001 (Legge n. 154 del 5 Aprile 2001) sono ancora le donne a scappare e cercare riparo nelle case rifugio?

Il Procuratore ci ha anche informati di una sentenza appena emanata per un caso di stalking a Lucca: 10 anni di reclusione.

Crimini contro le donne è il libro del magistrato penale Fabio Roia** che ha scelto questo titolo per sottolineare la criminalità della violenza, spesso non riconosciuta tale neanche dalle vittime.

“Le donne non sanno di essere vittima di un reato. Questi sono processi penali atipici, dove la vittima tende a catalogare quello che è successo come qualcosa di diverso: era stanco, mi vuole bene, era nervoso, ho sbagliato, l’ho fatto arrabbiare…”

Roia sostiene il processo intelligente, che rispetti i tempi delle donne e permetta loro di essere pronte ad affrontare ogni passaggio del processo: “sono prove difficili e dolorose per le vittime di questo genere di crimini”.

Le vittime di violenza si comportano in maniera diversa da tutte le altre, in quello che è chiamato il ciclo della violenza: alla denuncia segue la ritrattazione, l’amore, il perdono e una nuova violenza.

Le donne e i minori maltrattati e battuti amano il proprio carnefice. Anche quando arrivano a condannarlo in un momento di disperazione, subiscono poi un percorso di conflitto e senso di colpa e spesso tornano indietro. Non perché non sono sicure, o al contrario bugiarde, o vendicative. Perché hanno paura, di non essere credute, del futuro, di morire, di guardare in faccia chi le conosce e le giudica.

Ricorda Roia che “i periodi di tranquillità sono compatibili con il maltrattamento“: una giornata serena, magari a un matrimonio di famiglia, non è una prova della inattendibilità della donna. Un uomo violento può essere gentile e amorevole fuori casa.

“Si tende sempre a fare un processo alla donna, per capire se è attendibile, se denuncia il vero, se non si sia cercata la violenza, se non stia esagerando.

Quello che sappiamo è che i femminicidi dal 2013 al 2016 rappresentano un quarto degli omicidi“.

Infine l’Avv. Titti Carrano, presidente dell’Associazione nazionale D.i.Re, ha raccontato i due casi per cui l’Italia è stata condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo: colpevole per non aver riconosciuto il pericolo e non aver agito tempestivamente.

Valutazione del rischio, riconoscimento della violenza, responsabilità di protezione. Queste sono le parole chiave su cui riflettere.

*Il Codice Rosa è il percorso speciale di accoglienza dedicato a chi subisce violenza.

**Presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Milano.

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Filed Under: Famiglia, Libri, Politica, Uncategorized Tagged With: Associazione D.i.Re, Associazione Luna, bambini, Codice Rosa, Corte di Strasburgo, crimini, donne, Fabio Roia, Famiglia, femminicidio, Lucca, maltrattamento, minori, omicidi, paura, pregiudizi di genere, rischio, sistema giudiziario, violenza

Legge nuova, stesso risultato

5 Marzo 2018 by federicabertolli Leave a Comment

Tanti pezzi di stoffa colorata cuciti insieme
Coperta patchwork

Il 73% degli italiani ieri è andato a votare. Per cambiare. Invece non avremo un governo che potrà governare. Sarà un’altro patchwork, con il risultato che i politici continueranno a litigare mentre all’estero i mercati valutano l’Italia come un paese instabile.

Il Rosatellum è la Legge 3 novembre 2017, n. 165, la legge elettorale italiana approvata lo scorso autunno (qui il testo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale). La legge è nuova, ma il sistema sempre lo stesso: quasi tutti partecipano, nessuno vince e governa. Adnkronos la spiega punto per punto nel Rosatellum Day.

Qualche spunto di riflessione dalla stampa estera:

Financial Times: “Italian election and US tariff threat stoke political uncertainty” (Le elezioni italiane e la minaccia delle tariffe statunitensi alimentano l’incertezza politica).

The Telegraph: “Analysis:  Italy’s unnerving election will not help a Europe plagued by uncertainty and weak governments” (Analisi: le inquietanti elezioni italiane non aiuteranno un’Europa afflitta da incertezza e governi deboli).

The Guardian: “Italy’s election poses more questions than it answers” (Le elezioni italiane regalano più domande che risposte).

El Mundo: “Las elecciones en Italia dan la victoria al Movimiento 5 Estrellas y siembran la incertidumbre y confusión” (Le elezioni italiane danno la vittoria al Movimento 5 Stelle e seminano incertezza e confusione).

La strada è lunga e tortuosa, ma questo piccolo pezzo di universo, dove abbiamo avuto la fortuna di nascere si merita di meglio. Sono sicura che ogni persona può fare la differenza.

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