
Stasera ho ritrovato in una cartella del mio computer queste poche righe scritte diverse primavere fa, forse una poesia?
Il buco nero
Precipitare verso il buio più profondo,
tante mani che si sporgono,
manca il fiato
poi la luce, la fiducia nella vita
il calore dei colori.
trovata la strada della cura, le domande più difficili
le risposte sono dentro, solo mie
scopro un mondo nuovo, meraviglioso, ma ci vuole tempo
ah… finalmente, ora ne ho quanto me ne serve.
Il mio compito, unico e imprescindibile, è questo:
scoprire chi sono e dove voglio andare, con chi.
I capelli ricrescono, il corpo si colora del suo mantello perso.
Ora nuovo, delicato e timido, come quello dei neonati.
Gli alberi sono verdi, è primavera.
Grazie cancro, se non fossi venuto a trovarmi non sarei qui oggi.
Il buco nero è stato nella mia mente e nel mio cuore, nel mio torace e nel mio essere donna.
Eppure il nero è la somma dei colori, e uno alla volta riempiono la mia vita.
Per leggere l’Asciugamano azzurro, il racconto che ho scritto sulla mia malattia clicca qui.