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La razza e l’isola delle rose

27 Gennaio 2020 by federicabertolli Leave a Comment

Libro "Per questo ho vissuto" con una rosa
“Per questo ho vissuto”, libro autobiografico di Sami Modiano

Anche oggi Sami Modiano racconterà la sua testimonianza. Anche oggi si commuoverà come ogni volta che racconta dell’ultimo saluto alla sorella Lucia, come della promessa al padre prima di morire. Samuel Modiano è uno degli ultimi sopravvissuti alla Shoah, partito dall’Isola delle rose, com’era chiamata Rodi, per arrivare nell‘inferno di Birkenau in Polonia un mese dopo, nell’agosto del 1944.

Ho ascoltato diverse volte il suo doloroso racconto, durante le visite tra le rovine del campo di sterminio più organizzato e feroce della storia della disumanità: Auschwitz-Birkenau, dove famiglie intere di ebrei deportati arrivavano su vagoni per il bestiame direttamente alle porte delle camere a gas, per essere uccisi in massa e bruciati nei forni crematori, o direttamente all’aperto quando anche i forni in serie erano insufficienti per la quantità di corpi da incenerire.

Sami è tornato a Birkenau nel 2005, convinto dal suo amico e compagno Piero Terracina, per sciogliere finalmente il quesito più importante e doloroso di tutta la sua vita. Con i ragazzi ha capito profondamente che è riuscito a sopravvivere alla fame, al freddo, alla solitudine, alla disperazione, alla paura, alla follia, alla malattia, all’umiliazione e a quanto non ci potremo mai immaginare, unicamente per raccontare la sua testimonianza. Non a parole, con le lacrime.

In “Per questo ho vissuto”, autobiografia di una vita segnata da profondi dolori, condotta con umiltà e tenacia, si legge di un bambino che viveva in un’isola profumata, all’interno di una comunità pacifica che viveva da secoli insieme a turchi, italiani e greci. Rodi è stata conquistata nei secoli da Ateniesi, Persiani, Macedoni, Romani, Bizantini e fino al 1944 si trovava qui un’importante comunità ebraica proveniente dalla Spagna, convivevano insieme a quella turca, greca e italiana. Dopo le leggi razziali del 1938 le cose cambiarono e gli ebrei furono privati di diritti civili quali insegnare, lavorare in aziende, banche, assicurazioni, possedere terreni o fabbricati e molti altri, tra i quali per i bambini andare a scuola.

“Samuel Modiano, sei espulso dalla scuola” ecco come Sami ricorda quel giorno:
“Avevo otto anni e mezzo. L’anno scolastico era appena iniziato quando una mattina il maestro mi chiamò. Ero contento, perché mi ero preparato per l’interrogazione. Ero convinto che mi avesse chiamato per questo. Invece il maestro disse che ero stato espulso. Io non capii, rimasi senza parole. L’espulsione era una cosa molto grave e chiesi a bassa voce perché, per quale motivo, credendo di aver commesso qualcosa di sbagliato. […] Capendo il mio stato d’animo, mettendomi una mano sulla testa, lui mi disse di andare a casa stare tranquillo, che mio padre mi avrebbe spiegato il motivo di questa espulsione. […] Espulso…è la cosa più brutta che possa capitare a un bambino che studia e si comporta bene. Cosa avevo fatto di male? Avevo vergogna e paura di dirlo a mio padre. […] Con fatica lo dissi a mio padre. Sapeva che non avevo fatto niente di male e che mi avevano espulso per un motivo diverso. […] mi parlò della «razza», della «razza ebraica» e di Mussolini, che aveva fatto delle leggi in nome di questa «razza». Io gli dicevo di non vedere delle differenze con i miei compagni di classe, io ero uguale a loro, non mi sentivo diverso. Si parlava di razze di cani, razze di gatti…ma ero troppo piccolo per capire. […] È stato un dispiacere enorme, il mio primo impatto con la realtà. Fino a quel momento ero contento, libero, sereno, non mi sentivo diverso. […] Quel giorno ho perso la mia innocenza. Quella mattina mi ero svegliato come un bambino. La notte mi addormentai come un ebreo.“

Il concetto di razza nasce come giustificazione alla sottomissione dei popoli conquistati durante l’espansione coloniale. L’uomo bianco e la sua cultura si impone in molti territori del mondo, autoproclamandosi superiore e civilizzato, quindi in diritto di sfruttare le risorse naturali e le persone originarie di quelle terre. Gli antropologi del tempo studiarono le differenze fisiche, risultato dell’evoluzione naturale e classificarono le diverse «razze». L’antropologia moderna ha dimostrato attraverso numerosi studi genetici che parlare di razze non ha alcun valore scientifico: la specie umana è una. 

La voce «razza» sull’Enciclopedia Treccani si conclude così: “L’ONU condannò il razzismo con la Dichiarazione sulla razza dell’UNESCO (1950) e con una Convenzione del 1965 che definì discriminazione razziale ogni differenza, esclusione e restrizione dalla parità dei diritti in base a razza, colore della pelle e origini nazionali ed etniche. Nel 2000, il 21 marzo è stato proclamato giornata mondiale contro il razzismo.”

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Filed Under: Diritti Umani, Libri Tagged With: 27 gennaio, Auschwitz-Birkenau, Birkenau, campi di concentramento, diritti umani, fascismo, giornata della memoria, guerra, leggi razziali, Nazismo, razza, razzismo, Rodi, Sami Modiano, Shoah

Campagna antiviolenza #IOTICREDO

7 Marzo 2018 by federicabertolli Leave a Comment

Mosaico di persone con il cartello #ioticredo
Locandina della campagna sulla violenza contro le donne #ioticredo

“Il 70% delle vittime di femminicidio aveva denunciato il proprio aggressore”.

Questa è una delle dichiarazioni del video #IOTICREDO, realizzato in occasione dell’8 marzo dal Centro Antiviolenza Luna, per la campagna promossa da D.i.Re “Donne in Rete contro la violenza”, la prima associazione italiana a carattere nazionale di centri antiviolenza non istituzionali.

I muri da abbattere sono molti: il pregiudizio di genere, il senso di colpa, di fallimento, di inadeguatezza delle donne che subiscono violenza.

Il primo ostacolo è interiore, con se stesse. Ammettere di aver sbagliato come donna, per aver sposato un uomo violento, per non riuscire a difendersi, farsi rispettare, è una barriera difficile da superare per chi subisce una qualsiasi forma di violenza.

Poi ci sono le donne coraggiose, o spinte dalla disperazione, che trovano la forza di denunciare e subiscono una doppia violenza: non sono credute. Vengono rimandate a casa per “cercare di fare pace” o “risolvere le cose in famiglia”.

L’iniziativa #IOTICREDO, grazie anche alla partecipazione di numerose figure maschili, cerca di dare una svolta alla percezione della figura femminile, partendo dall’educazione al rispetto e alla consapevolezza.

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Filed Under: Educazione, Famiglia, Uncategorized Tagged With: #ioticredo, 8marzo, coraggio, diritti umani, donne, paura, violenza

Bambini abusati, dolore per l’umanità

24 Febbraio 2018 by federicabertolli Leave a Comment

Piccolo fiore bianco su sfondo verde

 

Ancora violenza sessuale.

Due bambine di 4 e 7 anni, abusate dallo zio, per due anni.

Leggo sulla Nazione di ieri la condanna a dieci anni per lo zio delle sorelline, e otto anni alla madre, che ha permesso al fratello di calpestare la vita delle sue bambine.

Ogni volta che leggo o sento una notizia di abuso sessuale soffro profondamente e rimango allibita di fronte alla pena prevista per questi reati*: da cinque a dieci anni, oppure da sei a dodici se la vittima è minore di quattordici anni, o al massimo da sette a quattordici anni, se minore di dieci. Se e quando vengono condannati e reclusi.

Chi ha subito abusi sessuali infantili soffrirà per tutta la vita.

Depressione, ansia, disturbi alimentari e psichici, mancanza di fiducia e autostima, predisposizione all’abuso di alcol e droghe, autolesionismo fino al suicidio.

Per questo l’American Psychological Association dichiara nel 1999:

“Noi crediamo che l’abuso sessuale sui minori sia un atto criminoso, riprovevole in qualunque contesto. […] Non accettiamo la “normalizzazione” o depenalizzazione di qualsiasi forma di rapporto sessuale tra adulti e bambini. Un tale comportamento deve rimanere reato, punibile con il massimo della pena.

Secondo l’Associazione l’attività sessuale tra bambini e adulti non dovrebbe mai essere considerata, o etichettata, come innocua o ammissibile. Crediamo inoltre che i bambini non possano acconsentire a fare sesso con gli adulti.“

Allora, mi chiedo, perché in un paese meraviglioso come l’Italia, culla della cultura e dell’arte, di civiltà millenarie e sapienti, permettiamo che i nostri bambini vengano violentati e rovinati per la vita che rimane loro da vivere?

Quando penso ai bambini senza diritti umani, per cui le grandi organizzazioni internazionali lottano costantemente, me li immagino in paesi lontani. Mi sbaglio.

Non so ancora che cosa posso fare per non rimanere a guardare, leggere e sentire notizie come quella di oggi, ma lo troverò.

 

*LEGGE 15 febbraio 1996 n. 66 (Norme contro la violenza sessuale)

Art. 3. Chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità̀, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali é punito con la reclusione da cinque a dieci anni

Art. 4. La pena é della reclusione da sei a dodici anni se i fatti  sono commessi nei confronti di persona che non ha compiuto gli anni quattordici;

La pena é della reclusione da sette a quattordici anni se il fatto é commesso nei confronti di persona che non ha compiuto gli anni dieci”.

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Biotestamento: Patrizia la prima

6 Febbraio 2018 by federicabertolli 2 Comments

Primo piano

Patrizia Cocco è la prima persona che ha potuto decidere di interrompere la respirazione artificiale, far partire la sedazione palliativa profonda* e lasciare finire a un vita che non le apparteneva più.

49 anni, malata di SLA dal 2012, ha avuto il diritto di staccare le macchine che la tenevano in vita meccanicamente, grazie alla Legge sul Biotestamento, entrata in vigore lo scorso 31 gennaio.

Maggiori approfondimenti su biotestamento, DAT e cure palliative nel post Diritto alla dignità.

*Sedazione profonda. È una pratica della medicina palliativa. Consiste nel somministrare al paziente, su sua richiesta, farmaci che ne annullino progressivamente la coscienza, allo scopo di alleviarne i sintomi fisici e psichici, nelle condizioni di imminenza della morte. È ciò che chiedono spesso i malati terminali, in particolare i malati di Sla quando rifiutano le cure per poter morire senza dolore.
Fonte: www.laborcare.it

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Filed Under: Medicina, Salute, Uncategorized Tagged With: Biotestamento, DAT, diritti umani, diritto, Leniterapia, medicina, salute, Sedazione palliativa profonda, SLA

Diritto alla dignità

2 Febbraio 2018 by federicabertolli Leave a Comment

Mare calmo, tramonto, nuvole bianche che coprono il cielo
Tramonto a Livorno

Sono stata paziente oncologica, so cosa vuol dire stare dalla parte dei malati. Prima di tutto davanti ai medici.

Quelli bravi ti guardano negli occhi. Qualcuno ha insegnato loro a vedere la persona che hanno davanti, con le sue paure, i suoi dubbi, le sue sensazioni, oltre alla malattia che ti ha portato sul lettino. Quelli scadenti non alzano gli occhi dai fogli che ti accompagnano di visita in visita, ma non raccontano che cosa hai sognato la notte precedente.

Mercoledì 31 gennaio sono stata a Firenze a un corso per la formazione continua dei giornalisti, sulla comunicazione nell’ambito della Leniterapia e della Medicina palliativa. Il corso si è svolto alla Fondazione Scienza e Tecnica, dove tornerò insieme alla mia famiglia per appagare un po’ la sete di conoscenza di mio figlio, che a cinque anni mi chiede come si è formato il mondo.

Non sapevo che fosse una data storica: proprio mercoledì è entrata in vigore la LEGGE-22-dicembre-2017-n-219 sul consenso informato e DAT (Disposizioni Anticipate di Trattamento), comunemente chiamata Legge sul Biotestamento (clicca qui per aprire il testo di legge, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 16 gennaio 2018).

C’è ancora molto da fare, ma devo dire che sono felice che il malato sia finalmente considerato la prima persona con cui parlare della malattia che gli sta cambiando la vita. Prima di tutto perché se non so esattamente che cosa sta succedendo dentro di me, non posso concentrare tutte le mie energie nella direzione giusta.

Stare male e non sapere perché, che cosa ti succederà e che cosa si può o non può fare è come navigare al buio, senza mappa, in solitudine.

Questa nuova Legge sancisce che “Ogni persona ha il diritto di conoscere le proprie condizioni di salute e di essere informata in modo completo, aggiornato e a lei comprensibile riguardo alla diagnosi, alla prognosi, ai benefici e ai rischi degli accertamenti diagnostici”. (Art. 1 comma 5)

L’Articolo 2 parla della Terapia del dolore e delle cure palliative: “Il medico, avvalendosi di mezzi appropriati allo stato del paziente, deve adoperarsi per alleviarne le sofferenze […] A tal fine, è sempre garantita un’appropriata terapia del dolore, con il coinvolgimento del medico di medicina generale e l’erogazione delle cure palliative […] il medico deve astenersi da ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure e dal ricorso a trattamenti inutili o sproporzionati.”

Nell’Articolo 3 si garantisce la dignità e il rispetto della volontà anche dei minori e delle persone incapaci o interdette, considerando grado di maturità e situazione psicofisica.

Le DAT (Disposizioni Anticipate di Trattamento) sono l’argomento dell’Articolo 4: “Ogni persona […]  può, attraverso le DAT, esprimere le proprie volontà in materia materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto ad accertamenti diagnostici o scelte terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari.” Si possono modificare in qualunque momento. Il medico è tenuto al rispetto delle DAT, ma nel momento in cui queste risultino essere “palesemente incongrue” o “sussistano terapie non prevedibili all’atto della sottoscrizione” possono essere ignorate.

L’Articolo 5 prende in considerazione la pianificazione condivisa delle cure da parte del paziente insieme al medico, in modo da essere in condizione di “attendersi in termini di qualità della vita, sulle possibilità cliniche di intervenire e sulle cure palliative.”

Il mio invito è quello di approfondire, riflettere e agire nella maniera più coerente proprie idee.

LEGGE 22 dicembre 2017 , n. 219 .

LEGGE 22 dicembre 2017 , n. 219 .

Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento.

LEGGE 22 dicembre 2017 , n. 219 .

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    Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento.
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