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Il fascino del kimono

21 Novembre 2018 by federicabertolli Leave a Comment

Una ragazza con la parrucca rosa indossa un kimono bianco con decorazione floreale e ombrellino coordinato.
Introduzione al kimono con vestizione, Lucca Comics and Games 2018

Il Giappone mi ha sempre affascinato. Una visione del mondo così lontana da quella occidentale, il contrasto tra voci e sentimenti discreti e raffinati, contro  il rigore e il rispetto assoluto dell’onore. La figura della Geisha e il mondo dei Samurai.

Chi è il Maestro Tomita?

Durante l’ultima edizione dei Lucca Comics and Games sono andata a un incontro con il Maestro Nobuaki Tomita, designer, stilista e creatore di fruscianti kimono, di cui produce la seta e ne inventa i colori.

Tomita Sensei diffonde la cultura del kimono in tutto il mondo, con presentazioni e dimostrazioni per trasmettere la sua passione per un abito che non si indossa solo con con il corpo, ma anche con il cuore.

Ambasciatore della cultura giapponese, ha presentato le sue creazioni in tutto il mondo, iniziando negli anni Novanta, durante degli scambi culturali tra Cina e Giappone.

Attraverso la società Kyokaori, con sede in Giappone, il Maestro Tomita crea kimono e obi (la “cintura” del kimono, la fascia che viene annodata in vita) per uso personale con pezzi originali, ma fornisce anche costumi di scena per il teatro, il cinema e la televisione (alcuni sono stati indossati anche dalle star di Hollywood), oltre a continuare a diffondere la cultura giapponese in conferenze universitarie o altri incontri ufficiali.

Com’è fatto il kimono?

Gli abiti femminili sono composti da almeno 15 parti, ognuna con un nome che la descrive (fodera esterna, interna, sopra e sotto colletto, foro e drappeggio della manica, ecc.).

La vestizione parte dal primo strato, a contatto della pelle (nella dimostrazione le modelle rimanevano vestite), per proseguire con diversi strati man mano che sale la qualità e l’unicità del kimono.

Nella dimostrazione le ragazze venivano fasciate con metri e metri di stoffa, ogni volta che indossavano uno strato pensavo che fosse l’ultimo, invece la vestizione continuava ancora. Anche gli strati intermedi (fodere e sottovesti) sono di tessuto pregiato, con decorazioni e colori raffinati.

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Kimono del Maestro Tomita, stilista e designer di kimono, durante Lucca Comics&Games 2018. Questo è un kimono di una maiko, apprendista geisha. #vestizionekimono @luccacomicsandgames @nobuaki.tomita.555 #giappone #culturagiapponese #kimono #geisha #maiko #welcome2lucca

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E quelli di Tomita Sensei?

Sono delle opere d’arte, create in pezzi unici. Stilista, designer e inventore, Tomita ci ha raccontato che in passato i kimono venivano tinti con colori naturali, creati da piante, bacche o altri elementi raccolti in natura. Purtroppo questi colori si stingono facilmente con il lavaggio dell’abito e il passaggio ai colori chimici è stato obbligatorio.

Anche se il Maestro Tomita in occasioni speciali ha decorato dei tessuti con ingredienti particolari come il limoncello di Sorrento, le fragole giapponesi di Tochigi o il cioccolato di Torino per commemorare il 150simo anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia.

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Kimono del Maestro Tomita, stilista e designer di kimono, durante Lucca Comics&Games 2018. Questo è un kimono realizzato con il cioccolato di Torino, in occasione del 150simo anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia. http://federicabertolli.com/il-fascino-del-kimono #vestizionekimono @luccacomicsandgames @nobuaki.tomita.555 #giappone #culturagiapponese #kimono #geisha #maiko #welcome2lucca #cioccolato #torino

A post shared by federica bertolli (@federica.bertolli) on Nov 21, 2018 at 1:35pm PST

Quanti tipi di kimono ci sono?

Il kimono è l’abito tradizionale giapponese, maschile e femminile. Si trovano lunghi elenchi di nomi che definiscono diversi tipi di kimono, più o meno pregiati, secondo l’uso e la categoria di persone che li indossavano: formali per donne sposate, abito da visita, con un motivo decorato (che dà il nome al tipo di abito), oppure in tessuto comune per andare alle terme, per praticare arti marziali o l’arte dell’intrattenimento della Geisha.

Il kimono di una Maiko (apprendista Geisha, adolescente tra 15 e 20 anni) è lungo 18-20 metri, il 50% più di un kimono normale, per permettere alla maiko di praticare agevolmente la danza e le altre arti tradizionali.

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#vestizionekimono @nobuaki.tomita.555 @luccacomicsandgames #giappone #culturagiapponese #kimono #geisha #maiko #welcome2lucca

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Chi erano (o sono) le Geishe?

Non sono prostitute di lusso, come comunemente si tende a pensare.

I due simboli grafici che compongono la parola geisha indicano i concetti di “arte” e “persona“. La figura di una persona che aveva il compito di intrattenere durante incontri ed eventi importanti nasce nel XVII secolo e inizialmente erano uomini, simili ai nostri giullari di corte. Nei secoli a venire le donne hanno soppiantato la figura maschile, per una maggiore inclinazione naturale alla grazia e all’eleganza.

La formazione della geisha iniziava in età infantile e le fanciulle seguivano un severo programma di educazione personale, oltre a imparare a danzare e a suonare diversi strumenti, servire il tè, recitare poesie ed intrattenere i clienti nei tradizionali ristoranti di lusso, chiamati ryotei.

Purtroppo dopo lo sbarco dei soldati statunitensi, durante la seconda guerra mondiale, si è diffusa l’idea distorta della geisha prostituta.

E oggi?

Il kimono rimane l’abito tradizionale, indossato durante cerimonie ed eventi particolari, ma la passione per il rito del kimono e la cultura che emana si è diffusa in tutto il mondo.

Per conoscere meglio il mondo della geisha consiglio il libro di Arthur Golden Memorie di una geisha, da cui è tratto l’omonimo film, diretto da Rob Marshall, vincitore di tre premi Oscar nel 2005 (sceneggiatura, costumi e fotografia), oltre a Storia proibita di una geisha, scritto da Mineko Iwasaki, la ex-geisha, che ispirò Golden per le sue Memorie ma lo denunciò dopo la pubblicazione per diffamazione.

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Filed Under: Arte, Cinema, Libri, Storia, Uncategorized Tagged With: cultura giapponese, Geisha, Giappone, kimono, Lucca Comics and Games, Maiko, Nobuaki Tomita, Tomita Sensei, vestizione

Vita di Pi: un film meraviglioso

5 Aprile 2018 by federicabertolli Leave a Comment

Un ragazzo indiano e una tigre si guardano su una scialuppa
Una scena di Vita di Pi, film diretto da Ang Lee (2012), tratto dal romanzo di Yann Martel (2001).

Il primo film stupefacentemente bello rispetto al libro.

Lessi Vita di Pi diversi anni fa, rapita dall’avventura di questo ragazzo indiano, dalla spiccata sensibilità spirituale, rimasto solo dopo il naufragio della nave che lo portava insieme alla sua famiglia in Canada.

Pi si trova ad affrontare Richard Parker, la tigre del Bengala dello zoo di famiglia che aveva dovuto imparato a temere fin da bambino, in un tête-à-tête su una scialuppa in mezzo all’oceano.

Uccellino allo zoo
Danza indiana
Zebra sotto acqua
Zebra sotto acqua
Pi vede la nave affondare
Tigre sottocoperta
Pesci volanti
Il tonno è mio!
Lo squalo balena
Il plancton fluorescente
Il buco sull\'isola
Lo squalo balena
Il salto

Il film è animato da improvvise quantità di animali vivaci, colorati e luminosi, in una magia premiata con quattro Premi Oscar (regia, fotografia, effetti speciali, colonna sonora), un premio ai Golden Globes per la miglio colonna sonora e due premi British Academy Film Awards  (fotografia e effetti speciali).

Il romanzo Vita di Pi, pubblicato nel 2001, vinse il Booker Prize l’anno successivo.

Vita di Pi

Vita di Pi

Life of Pi è un romanzo dello scrittore canadese Yann Martel, pubblicato nel 2001. In Italia è stato pubblicato da Piemme in due edizioni, nel 2003 e nel 2015.
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Consiglio sia il libro che il film!

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La stampa serve ai governati

5 Febbraio 2018 by federicabertolli Leave a Comment

Primo piano
Caratteri tipografici

“Secondo i Padri Fondatori la stampa deve servire ai governati, non ai governanti. Il potere governativo di censurare la stampa venne abolito perché la stampa rimanesse per sempre libera di censurare il governo. Solo una stampa davvero libera può denunciare con efficacia un inganno da parte del governo.”

Questa è la motivazione che nel 1971 assolve il New York Times e il Washington Post dall’accusa di aver diffuso dei documenti top secret, le Pentagon Papers.

The Post, l’ultimo film di Steven Spielberg, con Meryl Streep e Tom Hanks, è uscito nelle sale italiane il 1° febbraio. Candidato a due premi Oscar (miglior film e migliore attrice), ha ottenuto 6 nomination ai Golden Globes.

Il film racconta la storia del quotidiano The Washington Post e la pubblicazione delle Carte del Pentagono, avvenuta nel 1971. Le Pentagon Papers rivelarono al popolo americano i reali obiettivi della guerra del Vietnam : al primo posto (70%) evitare una sconfitta umiliante.

Un ottimo spunto di riflessione sulla libertà di stampa, il coraggio delle donne che ricoprono ruoli di comando, la trasparenza dei governi, i veri interessi che muovono le guerre.

Oscar

Oscar

Due nomination agli Oscar: migliori film e migliore attrice
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Golden Globes

Golden Globes

Uscito il 1° febbraio 2018 in Italia The Post ha ricevuto 6 nomination ai Golden Globes.
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Loving Vincent

22 Novembre 2017 by federicabertolli Leave a Comment

Locandina del film Loving Vincent

Passeggiando a Viareggio una domenica pomeriggio, con i bimbi che corrono da una parte all’altra mi è capitato di vedere la locandina di questo film in programma un martedì mattina. Mi attrae e cerco di annotarmelo nella mente. Quella mattina, prima di andare con mio marito passiamo dai suoi genitori che si mettono a ridere quando diciamo che stiamo andando al cinema…di mattina?? In realtà è una proiezione per le scuole ma visto che in sala c’è ancora parecchio posto ci fanno entrare.

Wow, incredibile (già essere seduti in poltrona, soli, in pace, al cinema è una goduria!), rimaniamo ammaliati dallo spettacolo: all’improvviso ti trovi seduto nel caffè con il biliardo, proprio quello, stessi colori, stessa prospettiva, solo che i personaggi si muovono, anzi sono le pennellate a muoversi. E come per magia i paesaggi e i personaggi dei quadri del genio olandese si animano, e raccontano una storia.

I luoghi:
La terrazza del caffè, la sala da biliardo, il campo di grano sono tra i dipinti più famosi di van Gogh. In Loving Vincent si trasformano in luoghi animati, dove si svolge la trama del film.

Campo di grano
Terrazza del caffe
Night Cafe

I personaggi:
Armand Roulin, il protagonista, figlio del postino Joseph, la bella Marguerite, figlia del Dott. Paul Gachet, il gallerista Tanguy, la locandiera Adeline come il matto del del paese, sono i personaggi del film ripresi dai numerosi ritratti originali di van Gogh. L’artista olandese infatti amava dipingere i luoghi come anche le persone che facevano parte della sua vita.

Vincent van Gogh
Armand Roulin
Adeline Ravoux
Marguerite Gachet
Dottor Paul Gachet
Louise Chevalier
Père Tanguy
Joseph Roulin
Dr Mazery
Il contadino
Il Tenente Milliet
Il ragazzo

The making of:
Loving Vincent è il primo film interamente dipinto su tela, ecco i numeri della produzione*:

  • 125 artisti
  • 1.000 dipinti
  • 65.000 fotogrammi 
  • 863 dipinti a olio su tela apparsi nel film
  • 200 quadri in vendita nei prossimi anni

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I premi:

Nomination agli Oscar

Nomination agli Oscar

Loving Vincent è candidato agli Oscar come miglior film d\'animazione 2018.
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Vincitore European Film Award

Vincitore European Film Award

Loving Vincent vince il primo premio della European Film Academy per il miglior film di animazione del 2017.
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Nomination ai Golden Globe

Nomination ai Golden Globe

Loving Vincent riceve la nomination per il Miglior Film di Animazione ai Golden Globe 2018.
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Regia: Dorota Kobiela & Hugh Welchman
Sceneggiatura: Dorota Kobiela, Hugh Welchman & Jacek Dehnel
Produzione: Hugh Welchman, Ivan Mactaggart & Sean Bobbitt
Animazione: Dorota Kobiela & Łukasz Mackiewicz

Frames:

  • La lettera

    La lettera

    In confidenza con Adeline

    In confidenza con Adeline

    Armand e il barcaiolo

    Armand e il barcaiolo

    Armand e la governante

    Armand e la governante

    Con il Dott. Gachet

    Con il Dott. Gachet

    Nella locanda

    Nella locanda


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Le opere di Vincent van Gogh:

Vincent van Gogh inizia a dipingere a 27 anni e in dieci anni crea quasi novecento quadri e più di mille disegni, oltre a  numerosi schizzi. Purtroppo come tanti artisti non è apprezzato in vita e riesce a vendere un solo dipinto poco prima di morire. La pittrice impressionista belga Anna Boch, sorella di Eugène Boch, acquistò La vigna rossa probabilmente più per amicizia che per reale interesse artistico.

La mostra:
Al Noordbrabants Museum (a ‘s-Hertogenbosch, capoluogo della provincia del Brabante Settentrionale, un’ora circa a sud di Amsterdam) sono stati esibiti 119 dipinti a olio dal film Loving Vincent, il 10% dei quadri rimasti dopo la produzione cinematografica.

La mostra ha presentato come i film-maker hanno riadattato le opere di Vincent van Gogh per il film, utilizzando la stessa tecnica per la pittura a olio che aveva adottato l’artista olandese. 

Il trailer:

 

*Fonte: sito ufficiale Loving Vincent

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