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Visita ad Auschwitz – conclusioni e info pratiche

27 Febbraio 2019 by federicabertolli Leave a Comment

Fede davanti a una casa bianca, tutto ricoperto di neve
Davanti alla Guest House 7th Room a Oświęcim (Auschwitz), in Polonia

Dopo i due giorni passati a visitare gli orrori dell’olocausto ad Auschwitz ripartiamo con un bagaglio pieno di emozioni e un forte senso del dovere: diffondere a più persone possibile quanto è accaduto prima e durante la Seconda Guerra Mondiale.

La discriminazione, l’odio, la violenza e lo sterminio di famiglie intere. Per la maggior parte ebrei ma non solo, i polacchi dopo l’invasione da parte di Hitler dovevano scomparire dalla faccia della terra. Gli zingari perché “asociali”, gli intellettuali perché pericolosi per il regime, gli omosessuali perché non conformi all’ideologia nazista, i Testimoni di Geova in quanto obiettori di coscienza, i russi come prigionieri politici.

Nell’ottica della prepotenza ogni pretesto è valido per prevalere sulle minoranze. Ieri come oggi. “Oggi con i migranti, come ieri con gli ebrei” afferma la senatrice a vita Liliana Segre, una dei 25 sopravvissuti, su 776 bambini italiani deportati ad Auschwitz.

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Come arrivare ad Auschwitz, in Polonia

Sicuramente il viaggio in aereo è il più comodo e veloce. Noi abbiamo scelto di andare in treno, siamo partiti a piedi verso la stazione più vicina per ripercorrere anche emotivamente il viaggio che dovevano affrontare i deportati. Viaggiavano per giorni, su vagoni bestiame senza acqua, cibo (solo con le provviste che ognuno di era portato), senza avere la minima idea di quanto durasse il viaggio, né di quale fosse la destinazione finale. Ammassati uno sull’altro, tra bisogni fisiologici e corpi di chi non ce l’aveva fatta neanche ad arrivare.

Il percorso migliore, con meno cambi da fare ci è sembrato: Firenze-Vienna-Břeclav (Rep. Ceca)-Oświęcim (il nome polacco di Auschwitz). Da Lucca siamo andati a Firenze per prendere l’Euronight Trenitalia per Vienna (clicca per info). La mattina abbiamo preso il treno per Břeclav (clicca per info), subito dopo il confine tra l’Austria e la Repubblica Ceca, da qui l’ultimo treno per la destinazione finale: Auschwitz, a circa 60 km da Cracovia. In tutto il nostro viaggio è durato quasi 23 ore (qui il post con il video del viaggio di andata)

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Dove alloggiare

Abbiamo scelto la Guest House 7th Room, a 10 minuti a piedi dal Museo del campo di concentramento di Auschwitz e mezz’ora distante dall’ex campo di sterminio di Auschwitz II-Birkenau. Pulita, moderna, con una cucina attrezzata a disposizione. Il supermercato si trova a 200 metri.

Come preparare la visita

Andare a visitare gli ex campi di concentramento e sterminio di Auschwitz-Birkenau è un’esperienza che consigliamo a tutti (compiuti 14 anni). Lascia un segno profondo nella vita di chi ripercorre la dolorosa e folle storia di morte inflitta a innumerevoli esseri umani.

Consigliamo di preparare la visita ad Auschwitz attraverso libri, film (Il bambino con il pigiama a righe è l’ultimo che ho visto), video testimonianze dei sopravvissuti (per esempio quella Sami Modiano), che raccontano l’inferno che ha rubato loro la famiglia, l’infanzia, la casa e la serenità dell’anima per il resto dei loro giorni.

Sul sito ufficiale è disponibile un mini corso introduttivo, molto utile. Nei blocchi dell’ex campo di Auschwitz sono allestite diverse mostre, alcune permanenti, altre suddivise per paese, oltre a diversi progetti educativi. Inoltre, cliccando i seguenti link è possibile visualizzare le mostre on-line e aprire la pagina della visita virtuale ai diversi luoghi in interesse ad Auschwitz.

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Come prenotare una visita guidata in italiano

A questo link, nella sezione del sito Visiting è possibile prenotare una visita guidata, individuale o in gruppo, anche in italiano.

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Filed Under: Diritti Umani, Firenze, Storia, Viaggi, Video Tagged With: Auschwitz, Birkenau, Břeclav, campi di concentramento, diario, ebrei, Firenze, guerra, Liliana Segre, memoria, migranti, Nazismo, Olocausto, Oświęcim, Polonia, razzismo, Repubblica Ceca, Shoah, sterminio, storia, treno, video, video YouTube, Vienna, visita, Wien, YouTube

Visita ad Auschwitz – viaggio in treno

25 Gennaio 2019 by federicabertolli Leave a Comment

Fede alla stazione di Breclav, nella Repubblica Ceca
In viaggio verso Auschwitz

Sono tornata da pochi giorni dalla visita agli ex campi di concentramento e sterminio di Auschwitz-Birkenau.

Ho scritto un diario di viaggio, che è stato pubblicato da La Nazione. Ripercorro qui le tappe di questo viaggio, integrando il diario con i video girati in quei dolorosi giorni.

In questo post condivido il video e i pensieri del viaggio di andata in treno: siamo partiti a piedi per raggiungere una stazioncina nella campagna lucchese che ci ha portato a Firenze, da qui l’Euronight fino a Vienna, Břeclav nella Repubblica Ceca, per arrivare a Oświęcim, il nome polacco di Auschwitz.

8 gennaio 2019: PARTENZA

Siamo in treno, comodamente seduti, al caldo, illuminati e informati.

Abbiamo salutato i bambini dai nonni, Smilla di tre anni non tratteneva le lacrime, Logos di sei sfuggiva lo sguardo per non vederci uscire.

È la prima volta che partiamo senza di loro, è un distacco doloroso ma obbligato. Non andiamo in vacanza da soli, andiamo a visitare un luogo lontano dove i bambini non possono entrare. Faremo delle fotografie e dei video che potranno vedere, molte altre no, almeno per ora. 

Il mio pensiero va alle migliaia e migliaia di persone che venivano fatte salire sui treni della morte, accompagnate da urla di soldati e cani. Ammassati in treni piombati, su vagoni per il trasporto del bestiame, riempiti fino a non riuscire quasi a sedersi. Così viaggiavano per qualche giorno, con un po’ di cibo, poca acqua, senza finestre, escrementi a terra, vicino ai corpi di chi non ce l’aveva fatta.

Sono nata nel 1974 e ho sentito parlare della guerra e dei tedeschi dai miei genitori, che l’hanno vissuta.

La mamma era in collegio con la sua sorella gemella, per il resto della sua vita non poteva sentire il rumore di un aereo basso senza che le si gelasse il sangue. Mi raccontava che quando c’erano i bombardamenti a Firenze si rifugiavano tutte insieme in cantina e giocava con una bambolina che aveva chiamato Allarmina. 

Il babbo invece aveva i tedeschi in casa. Avevano scelto la casa di campagna sulle colline tra Lucca e Viareggio della famiglia del mio nonno, per stabilire lì il quartier generale della zona. Il mio babbo aveva imparato il tedesco con la Fräulein che l’aveva cresciuto e ai soldati tedeschi serviva un interprete. Aveva tredici anni e più di una volta ha avuto paura di morire. Credo che la sua ossessione di essere in regola per paura delle guardie non lo abbandonerà mai.

Io ho avuto incubi dei tedeschi in guerra da sempre.

Siamo arrivati a Firenze, dobbiamo aspettare l’Euronight per Vienna. La stazione è sgombra, solo qualche viaggiatore solitario e la barriera di cristallo per la sicurezza che non avevamo ancora visto.

9 gennaio 2019: IN TRENO

Siamo sull’Eurocity che abbiamo preso ieri sera a Firenze. Ci siamo svegliati tra i boschi innevati, guardiamo dal finestrino e cerchiamo di immaginare come si sentivano i deportati su queste rotaie, al buio, al freddo, assetati, cacciati dalle proprie case, dalla vita che non avrebbero avuto più.

Caffè alla stazione centrale di Vienna, biglietti per Břeclav nella Repubblica Ceca e si continua il viaggio.

Laghi ghiacciati, campi ricoperti di neve, nidi di vischio avvinghiati agli alberi spogli. A un tratto tre lepri escono dai cespugli e corrono libere sulla neve.

Libertà e prigionia, magia della neve che copre e livella, orrore della violenza e dell’inganno, diabolica organizzazione consapevole di sterminio di massa.

Con il passare delle ore e delle terre la nostra vita a casa è sempre più lontana e silenziosa. Ci avviciniamo al tempio della morte per eccellenza. I nostri cuori iniziano a tremare.

Arrivati a Břeclav dobbiamo aspettare che apra lo sportello della biglietteria internazionale. La signora è gentile e riusciamo velocemente a prenotare l’intercity che ci porterà alla destinazione finale: Oświęcim, la cittadina polacca che i tedeschi chiamavano Auschwitz.

Studio: LA FOLLIA NAZISTA 

I primi campi di concentramento in Germania furono aperti nel 1933, per imprigionare gli avversari politici del regime nazista, i cosiddetti “elementi non assimilabili, oltre agli Ebrei. A partire dal 1940, dopo l’invasione di buona parte dell’Europa centrale da parte della Germania, furono costruiti altri campi di concentramento nei paesi occupati, campi di sterminio solo in Polonia.

Il Konzentrationslager Auschwitz fu aperto nel 1940, come ampliamento delle caserme dell’esercito polacco. Qui venivano reclusi prevalentemente polacchi, infatti Prima della Guerra Oświęcim contava 12 mila abitanti, di cui 7 mila Ebrei.

Per costruire il Lageri tedeschi hanno distrutto le case che si trovavano intorno alla ex-caserma polacca, sfollando gli abitanti di otto paesi delle aree limitrofe. Tutti gli Ebrei e numerosi polacchi considerati prigionieri politici furono internati, altri deportati in Germania ai lavori forzati.

Sulla brochure del Museo ex Campo di Auschwitz-Birkenau si leggono alcune dichiarazioni dei massimi esponenti del partito nazista, diffuse prima della guerra:

“Gli Ebrei sono una razza che deve essere sottoposta alla completa distruzione“. Hans Frank, Governatore Generale della Polonia occupata. 

“Dobbiamo liberare la nazione tedesca da polacchi, russi, ebrei e zingari“. Otto Thierack, Ministro della Giustizia del III Reich. 

“Il compito principale è rintracciare tutti i dirigenti polacchi, […] per poterli rendere innocui. […] Tutti i professionisti di origine polacca verranno impiegati fino allo sfinimento nella nostra industria bellica. E poi tutti i polacchi verranno eliminati dalla faccia della terra“. Heinrich Himmler, Reichsführer SS. 

Nei campi si trovavano infatti oltre agli Ebrei, che costituivano la maggior parte degli internati, anche oppositori politici, prigionieri di guerra (prevalentemente sovietici), Rom, omosessuali, Testimoni di Geova (a causa dell’obiezione di coscienza e il rifiuto del patriottismo) e tutte le persone che rappresentavano una potenziale minaccia per il Terzo Reich.

A partire dal 1942 Auschwitz divenne il principale centro di sterminio di massa degli Ebrei europei. Il campo originario Auschwitz I, già allargato, venne esteso con un secondo campo, Auschwitz II, nei terreni vicini di Brzezinka, ribattezzata Birkenau. Qui vennero costruite delle baracche di legno e quattro forni crematori, per smaltire i corpi delle persone uccise nelle camere a gas con lo Zyklon B, un insetticida per animali.

Le stime riportano 1,3 milioni di persone internate nel campo di Auschwitz, di cui 1,1 milione di Ebrei, di questi ne furono uccisi 1 milione (solo in questo campo). Ma questi numeri non possono considerare le migliaia di persone che, scese dal treno, venivano ritenute inabili al lavoro: i bambini, anziani, malati o donne incinte. Tutti questi andavano in fila diretti alle camere a gas, senza essere neanche registrati, né marchiati con un numero.

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Clicca qui per aprire il prossimo post e video sulla visita al Memoriale e Museo Auschwitz-Birkenau.

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Dialogo interreligioso e OpenArtCode a Firenze

20 Aprile 2018 by federicabertolli Leave a Comment

Statua con madre e bambino in braccio, realizzati in una gomma rossa, bianca e blu fusa insieme.
Close, di Agneta Gynning. 2013. Gomma 162x35x15 cm.

Please scroll down for English version

Ieri è stata una giornata ricca di sorprese! Sono andata a Firenze per un corso di aggiornamento per giornalisti sul dialogo interreligioso, che si teneva nella sale sotto alla Basilica di San Lorenzo.

La prima sorpresa è stata trovare nel Salone di Donatello, che ho attraversato per arrivare al corso, la mostra OpenArtCode appena inaugurata.

Un’esplosione di colori e di emozioni, plasticità moderna e tratti raffinati, tridimensionalità, intrecci geometrici, delicati fiori e gioiosi uccelli.

La seconda sorpresa un tavolo di relatori quasi indistinguibili: tre normali signori in giacca che conversavano amichevolmente. L’Imam non era vestito con la tunicona, il Rabbino non aveva la lunga barba, il Vicario solo il collarino bianco.

Per l’Imam di Firenze Izzedin Elzir, presidente dell’Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia) aprire un dialogo interreligioso vuol dire rispettare sé stesso e conoscere l’altro.

“Quando sono arrivato a Firenze, ventisette anni fa, avevamo tutti paura, eravamo pieni di pregiudizi gli uni contro gli altri. Nel 1993, in seguito all’attentato terroristico mafioso agli Uffizi, il sindaco invitò le diverse comunità per una preghiera interreligiosa. Iniziammo così a dialogare tra musulmani, ebrei e cattolici: come cittadini italiani fiorentini. Il dialogo toglie tanti pregiudizi e paure, aprendo uno spazio di collaborazione.”

Amedeo Spagnoletto, il Rabbino di Firenze eletto lo scorso ottobre, apre con queste parole il suo discorso: “Bisogna che la città prenda atto che noi si parla, e si parla tanto”. A Firenze questo trio (Imam, Rabbino e Vicario) si vede spesso, la città e le comunità religiose sono abituate a incontrarsi e vivere momenti comuni.

Rivolto ai giornalisti il Rabbino ha ricordato che la verità deve essere detta senza sottrazioni e senza aggiunte: “alcuni maestri ebraici associano il giornalismo al dovere di testimoniare. Vi invito a farvi sempre la domanda se quello che scrivete aggiunge, toglie o è una falsità.”

Di fake news ha parlato anche Mons. Andrea Bellandi, Vicario generale dell’Arcidiocesi di Firenze, citando il messaggio di Papa Francesco per la giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Il Vicario ha parlato anche della missione del giornalista e della centralità delle persone che stanno dietro alle notizie. “Informare è formare, è avere a che fare con la vita delle persone.”

Interessante anche il concetto di infoetica, ovvero l’etica dell’informazione. “Necessaria – secondo Papa Benedetto XVI – in questo ambito, un’info-etica così come esiste la bio-etica nel campo della medicina e della ricerca scientifica legata alla vita.”*

Alla fine del corso mi alzo (infreddolita dalle temperature decisamente più fresche rispetto al caldo e desiderato sole che illumina la piazza) con il desiderio di andare a visitare la Sinagoga di Firenze.

La Moschea Blu di Istanbul è uno dei luoghi che mi ha affascinato di più. Mi ricordo di essere andata alla Sinagoga di Vienna tanti anni fa senza riuscire ad entrare. Ora è arrivato il momento!

Trond Are Berge-Under
Alex Braverman-Chicago-jewelers
Agneta Gynning-The winner
Carole St-Germain-Choregraphie
Lore Eckelberry-Mel Blue
Zarita Abello-Flores de paz
Alia Fernandez-Enchanted garden
Alia Fernandez-Enchanted-garden

*dal messaggio di Benedetto XVI per la 42esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali.

Greca di chiusura post con sette bambini felici, l'icona di Look Mummy! Felicità assoluta

English version

Inter-religious dialogue and OpenArtCode in Florence 

Yesterday was a day full of surprises! I was in Florence, at the Basilica di San Lorenzo, in occasion of a refresher course for journalists on inter-religious dialogue.

The first surprise was the OpenArtCode exhibition at Salone di Donatello: it has been just inaugurated!

An explosion of colours and emotions: sculptural quality and refined lines, three-dimensionality, geometric interweaving, fragile flowers and joyful birds.

The second surprise was to find three indistinguishable speakers: they were all wearing suits and ties and they were having a very friendly conversation. The Imam was not wearing the long tunic, the Rabbi had not a long hairy beard and the Vicar just the white collar.

Izzedin Elzir has been the Imam of Florence and President of the Union of the Islamic Communities in Italy (UCOII) since 1991. In his opinion the inter-religious dialogue means respect yourself and know the other.

“When I first arrived in Florence – twenty-seven years ago – we were all afraid of each other, full of prejudices. In 1993, after the mafia terrorist attack in the Uffizi, the mayor invited the leaders of the different communities for an inter-religious prayer. Thus we began to dialogue between Muslims, Jews and Catholics: as Italian Florentine citizens. Dialogue wipes out prejudice and fear, opening a way to collaborate.”

 Amedeo Spagnoletto was elected the Rabbi of Florence last October. He opens his speech with these words: “The city must note that we speak, and a lot!”. Florence citizens are in fact used to meet this trio (Imam, Rabbi and Vicario) in many public events, and their religious communities often celebrate together meetings and events along the year.

Finally, the Rabbi reminded the attending journalists that the truth must be told without less nor plus: “Some Jewish masters connect journalism to the duty of testify. I encourage you always to ask yourself before writing, if you are stealing or adding something.”

Mons. Andrea Bellandi, is the General Vicar of the Archdiocese of Florence. He spoke about fake news, quoting the message of Pope Francis for Pope Francesco for World Communication Day.  The Vicar main topic was the journalist mission and the centrality of the human person behind the news. “Information deals with the building and the influencing of people lives”.

Interesting and very stimulating also the idea of info-ethics, the ethics of information: “For this reason it is essential that social communications should assiduously defend the person and fully respect human dignity. Many people now think there is a need, in this sphere, for “info-ethics”, just as we have bioethics in the field of medicine and in scientific research linked to life.”*

At the end of the meeting I am almost chilly (down in the basement of the Basilica the temperature is many degrees lower than in the sunny courtyard). I stand up from my chair wishing to visit the Synagogue of Florence.

The Blue Mosque in Istanbul is definitely one of the places that fascinated me most. I remember when I tried to visit the Synagogue of Vienna many years ago, without being able to enter. Now is the time!

*from the message of the Holy Father Benedict XVI for the 42nd World Communications Day.

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Oggi festa! Vado a fare la mammografia

12 Aprile 2018 by federicabertolli Leave a Comment

Primo piano: felice!
Felice dopo la mammografia

Ogni volta che vado a fare un controllo, dopo ormai quindici anni dal mio tumore al seno, mi prendo un giorno tutto per me, per assaporare la paura che mi spinge a continuare a fare esami e visite, per ricordarmi quanto sono fortunata e quanto è meravigliosa la vita. Per ringraziare e donare la mia gioia a quante più persone possibile, specialmente a chi è incanalato nei problemi quotidiani, apparentemente importanti, in realtà fuorvianti e nocivi alla salute, alla vita e alla felicità vera.

Qui il racconto sulla mia esperienza di malattia e rinascita: l’Asciugamano azzurro.

  • Fede mammografia-1

    Fede mammografia-1

    Fede mammografia-2

    Fede mammografia-2


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Ieri sono andata a fare la mammografia a Pistoia, poi un ottimo macchiato, una passeggiatina alla ricerca di qualcosa di bello e di nuovo in macchina per andare a prendere i miei tesori più grandi a scuola.

Ho trovato, scoperto e ascoltato tante cose belle, eccole:

Entrando nella chiesa di San Francesco a Pistoia sono rimasta folgorata dalle enormi vetrate colorate, dall’organo a canne inglese del 1896 e dagli splendidi affreschi.

Prendendo il caffè ho aperto Repubblica e ho trovato con piacere un bellissimo articolo sulla 13sima edizione del National Geographic Festival delle Scienze 2018, (dal 16 al 22 aprile, Auditorium Parco della Musica di Roma). La 13sima edizione è dedicata alla causa delle cose, questo è il link del programma.

Bimbo che ride
Programma Festival delle Scienze 2018: La causa delle cose

In macchina alla radio (Radio3 Scienza), intervistavano due ragazze che stanno partecipando alle Olimpiadi femminili di matematica a Firenze: una doccia di bollicine! Con poche parole hanno trasmesso emozione, gioia, sfida, giovinezza e intelligenza, amore per la scienza e voglia di condividere la propria passione.

Per finire la programmazione di Radio3 Scienza mi ha regalato un bellissimo Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 di Rachmaninov.

Le mani della pianista sullo strumento inquadrate da dietro, sembra di essere vicino a lei
Rachmaninoff Piano Concerto no.2 op.18 – Anna Fedorova

 

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Firenze: Apple Store e Mercato di San Lorenzo

18 Marzo 2018 by federicabertolli Leave a Comment

Foto color seppia. Bancarelle bagnate, strada lucida, passanti sotto l'ombrello.
Mercato di San Lorenzo in via dell’Ariento a Firenze.

Mi sono fatta un regalo, e spero di farlo anche a chi mi guarda e legge.

Sono andata all’Apple Store in Piazza Repubblica a Firenze per comprare l’iPhone X. Ci tornerò per imparare a usarlo al meglio, grazie ai laboratori gratuiti offerti dalla mela californiana. Basta scaricare l’app Apple Store, aprire la sezione Account, le mie prenotazioni e scegliere l’evento che interessa.

Prima di tornare al parcheggio della stazione di Santa Maria Novella, insieme al mio uomo barbuto siamo andati a mangiare alla spaghetteria paninoteca all’interno del Mercato Centrale. Lui panino col lampredotto come sempre (specialità fiorentina, un tipo particolare di trippa, condita con una salsina verde), io mi sono lasciata ispirare da un gustosissimo peperone ripieno, accompagnato da un piattino di sarde a beccafico.

Spaghetteria Paninoteca
Pronto!
Madre e figlia al pane
Pasta di tutti i tipi
Pastaio
Tripperia
Prosciutti di scrofa
Mercato di San Lorenzo
Pelletteria
Bancarella carta fiorentina
Arazzi per cuscini

Era tardi e molte bancarelle erano già chiuse, ma facendo un giretto all’interno del Mercato Centrale abbiamo trovato ancora qualche angolo interessante da fotografare, come dei prosciutti enormi (mai visti di quelle dimensioni), che ci hanno detto essere di scrofa, lunghi sacchetti di pasta colorata, un bancone di tripperia (anche la trippa è una specialità fiorentina) e diversi baracchini di piatti locali.

Le bancarelle all’aperto, al Mercato di San Lorenzo, offrono soprattutto articoli in pelle, quaderni e album con la tipica carta fiorentina (le mie preferite: marmorizzata o con motivi floreali, ispirati alle decorazioni degli antichi codici miniati), foulard e tessuti, cuscini da riempire che richiamano dipinti e arazzi rinascimentali.

Tabernacolo delle Fonticine

Tabernacolo delle Fonticine

In via Nazionale, davanti a via dello Ariento che, passando attraverso al Mercato Centrale, arriva alla Basilica di San Lorenzo. Tabernacolo in terracotta invetriata policroma, realizzato nel 1522 da Girolamo e forse Giovanni della Robbia. Il dipinto raffigura nella parte centrale la Madonna col Bambino fra i santi Barbara, Luca, Jacopo e Caterina. Alla base si legge la iscrizione: Questo devoto tabernacholo ano fatto fare gluomini del reame di Belieme. Posto in via sancta Catherina. MDXXII
View More

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Famiglia e viaggi, arte, musica e cultura, cucina e salute. Amo scoprire, ascoltare e incoraggiare le persone a trovare la gioia di vivere. Continua…

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Il mio racconto pubblicato dal Corriere della Sera sul blog Malattia come opportunità:

Pagina del blog del Corriere della Sera

Diario di viaggio su La Nazione

Il mio diario di viaggio sulla visita ad Auschwitz-Birkenau pubblicato su La Nazione:

Fede al cancello di Auschwitz: "Arbeit macht frei"

L’asciugamano azzurro

Grande platano con cielo azzurro

… È caldo in bagno. Dopo la doccia ho sempre la pressione particolarmente bassa. Mi siedo sul water e mi strofino la testa. Eccoli sull’asciugamano azzurro. Ci siamo.

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